DOVE VUOI VOLARE ?
E’
il
1973
e
la
mia
vita
trascorre
militare
alla
Compagnia
Atleti,
negli
ambienti
più
belli
ed
ambiti
dell’intera
Cecchignola,
la
città
militare
di
Roma.
E’
tempo
di
fricchettoni,
hashisc
e
concerti
pop
e
rock,
dagli
America
a
Villa
Pamphili,
a
Frank
Zappa
e
John
Mayall
al
Palasport
dell’EUR.
E’
tempo
di
controcultura,
post
sessant’otto
e
prove
di
anni
di
piombo.
La
sera,
nella
palestra
di
cui
un
amico
commilitone
ha
le
chiavi
come
custode,
si
suona
la
chitarra,
si
gioca
a
carte,
si
parla
di
cose
strane,
telepatia,
trasmissione
di
immagini
da
una
mente
ad
un
altra.
Qualche
spinello
dal
quale
vengo
tenuto
lontano,
vista
la
mia
immacolata
ingenuità,
e
sotto
il
lavandino
un
ragazzo
che
si
fa
di
morfina,
sempre
nascosto
ai
miei
occhi,
che
non
devono
vedere
per
non
impressionare
la
mia
anima
candida
e
pura,
a
detta
degli
altri
due.
Abitudini
da
fumacchioni
e
letture
comuni
vanno
di
pari
passo:
A
scuola
dallo
stregone,
Viaggio
a
Ixtlan,
Gli
insegnamenti
di
Don
Juan,
Una
realtà
separata
di
Carlos
Castaneda.
E
poi
un
libretto
di
altro
tipo
e
natura,
scritto
da
Richard
Bach.
Titolo:
Il gabbiano Jonathan Livingstone.
Il
legame
con
il
titolo
è
presto
detto.
Jonathan
è
gabbiano
speciale,
diverso,
ardito
ed
ambizioso,
determinato
a
rendere
la
propria
esistenza
significativa
e
non
banale,
a
differenza
dell’intero
gruppo
di
gabbiani
che
investe
tutte
le
energie
attorno
alle
barche
dei
pescatori
per
raccogliere
gli
scarti
di
cibo.
Egli
vola
alto,
ricerca
le
tecniche
per
rendere
il
volo
una
esperienza
avvicente
in
sè,
non
solo
mezzo
per
battere
gli
avversari
di
desco,
e
afferrare
al
volo
quanto
i
pescatori
lanciano
dai
pescherecci.
Ecco
la
metafora
della
nostra
esistenza,
delle
scelte
più
o
meno
consapevoli
che
le
persone
fanno,
per
attribuire
significato
alla
propria.
Chi
si
arrabatta
attorno
ai
pescherecci,
alle
prese
con
il
livello
esistenziale
più
basso
che
l’umanità
possa
concepire,
sino
a
perdere
il
diritto
di
chiamarla
umanità.
Chi
cerca,
prova,
riflette,
si
interroga,
agisce
in
funzione
di
scopi
e
progetti
non
esclusivamente
legati
a
cibo,
sesso,
vestiti,
nuovo
smartphone, nuova macchina, nuova TV.
Ognuno
col
suo
viaggio,
ognuno
diverso,
ognuno
in
fondo
persoe
dentro
ai
fatti
suoi.
E
se
cibo,
sesso,
vestiti
e
smartphone
nuovi
non
ti
bastano,
ogni
tanto
fai
visita
a
questa
pagina,
potresti
trovare qualcosa di nuovo e stimolante.
Approfondimenti
L’ULTIMO NATO
Quali
sono
le
competenze
che
un
Counsellor
Professionista,
un
Medico,
un
Docente,
un
Educatore,
un
Infermiere,
un
Consulente
d'Azienda,
un
Volontario,
un
Avvocato,
un
Sacerdote
o
uno
degli
altri
profili
che
si
rivolgono
alle
relazioni
d'aiuto,
può
acquisire
per
innalzare
la
qualità
del
proprio
agire?
Quali
sono
i
fattori
che
rendono
una
relazione
d’aiuto
produttiva
e
significativa?
In
che
modo
il
Counselling
si
inserisce
nel
mondo
delle
relazioni
d'aiuto?
E'
possibile
valutare
l'efficacia
di
una
relazione
d'aiuto,
con
quali
strumenti,
con
quali
criteri
di
riferimento?
Fare
domande
è
semplice,
basta
non
sapere
nulla
e
immaginare
un
qualsiasi
stimolo.
Rispondere
in
modo
serio,
approfondito,
documentato
e
scientifico
è
molto
più
complesso.
La
relazione
d’aiuto
coinvolge
due
o
più
persone,
gli
elementi
più
difficili
da
“misurare
e
valutare”,
perché
sono
quanto
di
più
distante
ci
possa
essere
dalla
“oggettività”,
condizione
necessaria
per
considerare
un
approccio
scientifico
rigoroso.
La
relazione
tra
due
persone,
non
è
una
questione
di
matematica,
due
più
due
il
più
delle
volte
non
fa
per nulla.
Piuttosto
una
relazione
è
qualcosa
che
si
avvicina
alla
chimica,
branca
della
scienza
dove
possono
avvenire
cose
molto
più
misteriose
del
rigore
algebrico.
L’innamoramento
e
l’innamorarsi
ne
sono
l’emblema:
ormoni
conditi
da
sguardi
e
informazioni
non
codificabili,
non
ripetibili,
non
misurabili.
Questo
testo
cerca
di
avvicinare
chimica
e
matematica,
cerca
di
studiare
in
modo
ben
organizzato
la
chimica
di
una
relazione
d’aiuto
nei
suoi
elementi
strutturali,
funzionali,
processuali,
per
trarne
indicazioni
operative
molto concrete in tutti i campi di applicazione.
Questo libro è scritto da una persona ignorante e
superficiale. Proprio così, il sottoscritto. Un atto di
profonda e serena autostima realistica e onesta è
necessario come premessa. Ignorante per la
quantità di cose che non conosco della vita, del
mondo, delle persone e di me stesso. Superficiale
perché non partirò ………
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UN SEMPLICE GESTO
Manda una mail e riceverai
risposta in tempi brevi
Roberto Gilardi
Ho
conosciuto
mia
moglie
in
una
attività
formativa
per
Docenti
suddivisa
in
vari
week
end.
Quando
alcune
sue
colleghe-corsiste
vengono
a
sapere
della
nostra
«unione»,
la
prima
domanda
che
le
fanno
è:
«Ma
com’è
fuori
dal
contesto
formativo?».
E
la
risposta
di
mia
moglie:
«Uguale».
Se
propongo
formazione
per
Genitori,
la
prima
cosa
che
faccio
è
interrogarmi
sul
mio
modo
di
essere
Genitore.
Se
propongo
formazione
o
Counselling
a
Coppie,
per
prima
cosa
mi
interrogo
sul
mio
modo
di
essere
partner
di
una
Coppia.
Se
parlo
di
Leadership,
mi
osservo
e
mi
studio
come
possibile
Leader.
Con
i
limiti
concessi dalla mia umanità, cerco di essere, prima di insegnare.
SI INSEGNA CIO’ CHE SI E’
Roberto Dr. Prof. Gilardi
Direttore
Didattico
Scuole
di
Counselling
IMR
-
Italian
Medical
Research,
già
Docente
di
Metodi
e
Tecniche
del
Lavoro
di
Gruppo
presso
l’Università
di
Trieste,
Facoltà
di
Scienze
dell’Educazione,
già
Trainer
in
Italia
di
tutti
i
Formatori
del
Metodo
Gordon,
già
Relatore
del
Piano
Territoriale
Provinciale
all’Immigrazione
Pordenone,
già
Consulente
Agenzia
Regionale
Sanità
FVG,
Fondatore
di
Kaloi,
network
che
opera
in
Italia
in
ambito
Socio-Educativo,
Socio-Sanitario,
Organizzativo,
già
Direttore
di
Comunità
di
Recupero
Tossicodipendenti,
Saggista
e
Scrittore,
Esperto
Senior
di
Processi
Formativi,
Progettazione
e
Costruzione
di
Materiali
e
Guide
per
Formatori,
Esperto di Processi di Apprendimento e Cambiamento, Counsellor Supervisor
LA CONOSCENZA E’ FATTA PER ARRICCHIRE IL MONDO
by Roberto Gilardi